Il gioco degli adulti: mettersi in gioco
Un’esperienza di cittadinanza responsabile
Tra gli ambiti di impegno di una comunità di scout adulti c’è senza dubbio la responsabilità che, come cittadini, tutti abbiamo di fronte alla realtà del proprio territorio e della città in cui viviamo. Nella realtà di una città del meridione d’Italia non mancano problemi ed emergenze, anche gravi, che interpellano la coscienza di tutti e per primi degli scout. Nel corso degli ultimi anni, accanto ad una recrudescenza della criminalità organizzata e della sua accresciuta capacità di espansione territoriale, abbiamo assistito a una crisi della coscienza civile che ha aggravato ancora di più il contesto sociale.
Di fronte a questo, come comunità di adulti scout, non potevamo stare a guardare, o continuare ad interrogarci sugli avvenimenti, sempre più gravi (omicidi, attentati, intimidazioni alle istituzioni) senza metterci in gioco in prima persona per cercare di cambiare le cose in meglio.
Così abbiamo deciso di impegnarci contribuendo a dar vita ad un movimento spontaneo di cittadini che trovasse il coraggio e la maniera più efficace di gridare il suo NO alla criminalità ed all’illegalità diffusa.
Ci siamo così impegnati a fare la nostra parte in più azioni di risveglio delle coscienze e di lotta alla criminalità, in sedi diverse, dando solidarietà a quanti, nell’ambito dei loro compiti istituzionali, conducevano un efficace contrasto alla criminalità organizzata.
Siamo scesi più volte per strada manifestando apertamente la solidarietà ai magistrati e alle forze dell’ordine e la netta contrarietà alla criminalità, all’illegalità e alle loro molteplici connivenze.
Successivamente abbiamo organizzato e animato libere assemblee cittadine dando a tutti la possibilità di confrontarsi sui problemi della città e sulle possibili soluzioni da adottare.
Abbiamo anche organizzato delle vere e proprie rappresentazioni nelle piazze della città, trattando i temi del risveglio della coscienza civile, della cittadinanza responsabile e del dovere della partecipazione di tutti alla costruzione del bene comune.
Abbiamo dato vita, in collaborazione con altri, a un’iniziativa di sostegno a imprenditori e commercianti vittime del racket e degli usurai per aiutarli a ribellarsi ai soprusi e a denunciare gli estortori; li abbiamo sostenuti creando una rete di consumatori solidali che si impegnano a rivolgersi a chi resiste al racket per i propri acquisti e per le proprie commesse.
Siamo quotidianamente accanto a molte vittime della criminalità che assistiamo anche durante i processi contro i loro aggressori, manifestando pubblicamente la nostra solidarietà.
Inoltre, svolgiamo un ruolo costante di mediazione tra le varie organizzazioni e associazioni che, sul territorio, si occupano delle stesse problematiche, stando in mezzo a tutti, senza sentirci più giusti, o migliori di quelli che stanno da una parte o dall’altra, ma cercando di comprendere le ragioni degli uni e degli altri, di operare un costante discernimento, di cercare di condurre alla sintesi.
Quello che è più importante è lo stile scout con cui ci sforziamo di farlo: mantenendoci leali, chiari, disinteressati, puri; mettendo a disposizione la parte migliore di noi per rendere il servizio migliore, senza chiedere niente in cambio, in tutta umiltà, felici di poterci rendere utili in quei compiti e ruoli che pochi altri sono disposti a svolgere.
Tutto questo ci sta impegnando molto seriamente, da diversi anni, affrontando non poche difficoltà che riusciamo a superare perché siamo una comunità.
Essere comunità ci aiuta tutti a crescere attraverso il confronto, la discussione, la solidarietà e i comuni obiettivi, consapevoli che, in una comunità coesa, la forza o le qualità di uno sono la forza e le qualità di tutti e la fragilità di uno è la fragilità di tutti.
E’ importante la centralità della comunità e la sua funzione di luogo della condivisione, dell’ ascolto, della fratellanza, della progettazione.
Non ci deve sfuggire l’importanza che questo nostro esserci mettendoci la faccia riveste per quanti, adulti e, soprattutto, giovani, guardano a noi come riferimenti credibili e come esempi di un modo di vivere l’età adulta mettendosi in gioco in questo tempo che viviamo ed in questa nostra storia che vogliamo contribuire a scrivere.
E’ stato bello ritrovarci insieme nei momenti più drammatici di questi ultimi anni, quando di fronte alle bombe ed alle minacce siamo scesi per le strade a gridare il nostro NO alla ‘ndrangheta e il nostro SI a una nuova e più consapevole partecipazione civile.
Inoltre, è innegabile che come persone, donne e uomini di età matura, siamo cresciuti molto attraverso queste esperienze in cui abbiamo sperimentato la nostra capacità di essere attori di cambiamento, di adottare forme originali di democrazia partecipata, di avviare un dialogo aperto con la città su problemi scottanti che interessano tutti e sui quali gravava da molto tempo un silenzio omertoso che accentuava la paura e la rassegnazione.
Lavoriamo, dunque, con impegno, insieme, cercando di farci compagni di strada di tutti quelli che incontriamo e facendo del nostro meglio nella condizione data per lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato.
Comunità MASCI – Reggio Calabria 4
“Mons. Giovanni Ferro
(Quest’articolo sarà inserito nel numero dei “Quaderni” di SA che sarà distribuito alla prossima World Conference di Como, di ottobre)